Estate 2023
dal 9 luglio al 20 agosto 2023 Tutte le domeniche dalle 16.00 alle 18.00
Viste gratuite guidate dai volontari che racconteranno i tantissimi segreti del Mulino di Toffol. Dopo 60 anni la macina della farina è tornata in funzione ed il Mulino de i Padre è ufficialmente rinato!
Anche la falegnameria ad acqua del Molino è finalmente rinata!
Il Molin de i Padre si trova in Val Fiorentina – Selva di Cadore, più precisamente nella frazione di Toffol.
Quì, solo cent’anni fa, funzionavano ben sette macchine idrauliche grazie al torrente Loschiesuoi ,che passa proprio in prossimità del mulino: quattro di queste macchine furono portate via dalla frana del 1917.
Tra questi c’era il mulino della famiglia Lorenzini (chiamati i Padre) e da quì il nome “Molin de i Padre”. Il loro mulino aveva la funzione di decorticare l’orzo e macinare il frumento: cereali che venivano coltivati in paese insieme alla segale e alla fava. Sopra il mulino era presente una falegnameria con una sega ed una pialla, che funzionavano con la stessa ad acqua del Loschiesuoi.
Il mulino è rimasto in funzione fino agli anni 60′, poi andato in disuso e abbandonato (le ruote, l’interno ed il tetto erano ormai parzialmente distrutti ) fino al 2016.
Qualcuno, infatti, ha creduto di poter dare un lieto fine a questa storia di vita passata, ormai quasi senza speranze: grazie al contributo privato delle “Regole” di Selva di Cadore (antica istituzione ancora presente in alcune zone del Cadore) e ad una manciata di volontari , il Mulino del 1800 ha ripreso a girare, e con lui tutto il complesso meccanismo interno che “pesta l’orz”.
Per l’estate 2021 sarà possibile vedere anche in funzione la macina della farina.
È possibile vederlo in funzione e visitarlo internamente le domeniche nel periodo estivo (Info Ivano Pallua 3487950407).
Per tante altre curiosità e nozioni sulla vita del mulino e dei mugnai, seguite la storia del restauro e della rinascita del Molin de i Padre sul loro nuovo account Instagram.
Noi di Agordino – dove rinascono le Dolomiti ringraziamo quanti si sono spesi per far rinascere questo prezioso pezzo di storia che non deve assolutamente andare perduto, ma deve essere consegnato nelle mani delle generazioni future con la consapevolezza delle radici profonde e antiche, che così tanto ci tengono legati al nostro territorio.