A Cencenighe Agordino, oltre al lavoro degli scalpellini, erano famosi i “carbonai” cioè coloro che producevano carbone vegetale tramite combustione della legna. Ricordiamo che fino agli inizi del ‘900 il carbone era molto richiesto in Agordino, sia per le fucine che lavoravano i minerali sia per le Miniere di Valle Imperina. Di tale attività, abbandonata da moltissimo tempo, rimangono però le aie, Iàl in dialetto, ovvero gli “spiazzi” nel bosco utilizzati per la combustione lenta della legna: il carbone vegetale, infatti, veniva ricavato con il metodo della disidratazione del legno attraverso lenta combustione.
La Tecnica
Per prima cosa si doveva preparare la legna: i carbonai tagliavano le piante di faggio (preferibilmente) ma anche abete rosso, larice e frassino con la luna calante ( come da tradizione). Le piante venivano poi sramate e ridotte in pezzi da circa 1 metro ciascuno per poi essere lasciate a seccare per una quindicina di giorni.
Poi la legna era trasportata nella “piazzola” e si cominciava a costruire prima il camino centrale, attorno al quale, con maestria e precisione, venivano poi sistemati i pezzi di legno, fino a formare un cono che poteva avere fino a 6 metri di diametro e 3 di altezza. Il cumulo di legna veniva poi ricoperto con rami di abete rosso, foglie e infine con uno strato di terra di circa 10-12 cm. L’accensione del fuoco rimane un segreto che solo i carbonai conoscono: sui lati della carbonaia venivano fatti dei fori per il tiraggio dell’aria, che venivano aperti o chiusi in base alle necessita della combustione, che poteva durare anche 14 giorni.
Terminata la combustione, si lasciava raffreddare il carbone che poi veniva trasportato a valle.
A Cencenighe Agordino, gli spiazzi dedicati alla produzione di carbone, chiamate Iàl in dialetto, sono numerose e tutte collegate fra loro attraverso sentieri, alle pendici del monte Pelsa, sul versante sinistro (orografico) del Torrente Cordevole.
Il sentiero delle Carbonaie parte dalla frazione di Bastiani 971 m.s.l.m. fino ad una quota massima di 1372 m.s.l.m. L’itinerario storico degli antichi carbonai si snoda tra i fitti boschi di abetaie delle località Le Pale e la Valle di Morbiach, ai piedi delle pareti del Monte Alto di Pelsa e della Palazza Alta.
Tali testimonianze si stavano quasi completamente perendo la memoria, finché il gruppo “Amici della Montagna di Cencenighe, da sempre sensibile al riordino e al recupero i sentieri e di vecchie baite, nel 1992 si è fatta carico i ripristinare i vecchi sentieri che collegavano le diverse Iàl dando vita ad un bellissimo sentiero che ripercorre un antico mestiere ormai dimenticato!
Lasciata l’auto nella piccola piazza della graziosa frazione di Bastiani, si sale per una ripida mulattiera e in 15/20 minuti si raggiunge l’antico abitato di Bricol (1097 m). L’itinerario, con buona segnaletica, si snoda attraverso ben 29 Iàl, tutte indicate con il loro toponimo su apposite tabelle e con indicazione progressiva.
ATTENZIONE: Dopo l’Uragano Vaia, le Iàl più alte sono abbastanza difficili da raggiungere causa schianti ancora presenti al suolo.
* Testo e alcune immagini in parte ripresi dalla pubblicazione – Cencenighe Agordino di Dario Fontanive – Edizioni Turismo Veneto