Un tempo, durante l’estate,durante la giornata, riecheggiava nell’aria un suono ritmico, quasi una melodia. Ogni volta che si falciavano i prati con la frullana o falce fienaia, infatti, era necessario battere la falce, che aveva “perso il filo” ovvero la lama tagliava meno.
Lo strumento che veniva usato era un maglio che veniva piantato nel terreno e sul quale con un martello veniva ribattuta la lama. *
da Usanze Agordine di Costantino Roit
Chiamato in dialetto “maglio par bate la fàlz” o “mài par bate la faòz”
(G.B. Rossi – Civiltà Agricola Agordina)