Il sentiero geologico del torrente Gavon (Gaon in ladino) rappresenta uno spettacolare tuffo nel passato geologico delle Dolomiti: uno spaccato, uno scorcio su i più diversi fenomeni geologici che hanno dato origine alle montagne come le vediamo noi oggi.
Il sentiero geologico del torrente Gavon parte dalla frazione Marmolada (Falcade) e percorre il corso del torrente stesso, a ritroso, fino alla Malga Bosch Brusà. Lungo il percorso sono presenti 15 tabelle descrittive : 7 nella prima parte del Sentiero ( fino alla cascata delle Barezze) e 8 disposte a monte della cascata.
Il sentiero geologico del torrente Gavon è indicato dai colori giallo e rosso ed è un’escursione abbastanza impegnativa: circa 40 minuti fino alle Barezze e altre 2 ore per giungere a Malga Bosch Brusà. Raccomandiamo scarpe da trekking e abbigliamento adatto all’escursione.
NON SCENDERE NEL LETTO DEL TORRENTE GAVON DOPO LA PIOGGIA PER POSSIBILITA’ DI PIENE IMPROVVISE!
Cartografia utile –015 – Marmolada – Pelmo – Civetta e Moiazza
Il percorso del Sentiero Geologico del torrente Gavon
Stop 1 – Inizio del sentiero geologico del Torrente Gavon: ci troviamo nel conoide alluvionale del torrente Gavon formato prevalentemente da ghiaie provenienti dall’area erosiva delle Marmolade.
Nel 2015 sono stati ritrovati resti di abeti e larici (ceppaie) di circa 4000 anni fa (datati con il radiocarbonio), trasportati a valle da una grande frana. La grossa frana risalente a 4000 anni fa, oltre a trasportare grossi quantitativi di materiali e detriti, ha causato uno sbarramento naturale del torrente Biois con conseguente formazione di un lago nella piana di Falcade, in località Le Busche. Il torrente Biois, nell’impeto delle sue acque continuò comunque a scavare trovando un altro percorso per scendere verso Valle e il lago di Falcade sparì dopo pochi anni.
Si prosegue lungo una strada sterrata, in sinistra orografica del torrente Gavon verso la frazione di Valt.
Stop 2 – Lungo il sentiero possiamo osservare Arenarie di Val Gardena, formate prevalentemente da quarzo, minerale molto resistente all’erosione e formatesi nel Paleozoico, circa 260 milioni di anni fa. Alle arenarie si sovrappone un conglomerato interglaciale composto da frammenti di rocce diverse come le arenarie, i calcari marnosi, porfidi, la dolomia e molti altri, “tenuti insieme” da un cemento ( calcitico). Nella foto in basso un esempio di conglomerato.
Stop 3 – Il conglomerato osservabile da questo punto di sosta è composto da ciottoli e “sassi” di grandi dimensione ( anche fino a 1 metro di diametro).
Stop 4 – Da quì si può osservare il Panorama Geologico del Sas de la Palaza: la base è composta da strati di gessi biancastri formatisi circa 250 milioni di anni fa. I gessi sembrano quasi zucchero: questo aspetto è tipico del Marmo di Carrara ed è per questo che la zona erosiva del torrente Gavon è stata definita con il nome di Marmolade.
Sopra gli strati gessosi si possono notare Calcari bituminosi di colore più scuro; seguono l’orizzonte di Tesero e il membro di Mazzin.
Stop 5 – Le arenarie osservabili da questa postazione sono formate dalla cementificazione di sabbie quarzose molto pure. Un tempo, queste rocce, venivano addirittura “scavate a mano” per ottenere una sabbia quarzifera (chiamata anche Sabion) : questa speciale sabbia era utilizzata, insieme alla calce, per ottenere una malta refrattaria per il “fornel”, antica stufa su cui si poteva anche salire e distendersi, presente in tutti i salotti (stue) dei nostri nonni. Oltre a questo uso, el sabion era utilizzato per pulire e lucidare gli utensili di rame ed anche nelle Miniere di Valle Imperina (Rivamonte Agordino).
Stop 6 – in questo punto le Arenarie di Val Gardena hanno uno spessore di circa 150 metri e sono formate da sabbie rossastre derivanti dall’erosione dei Porfidi.
Stop 7 – Cascata delle Barezze
La cascata delle Barezze si è formata per azione dell’acqua sui porfidi presenti: i porfidi sono rocce che si sono formate per raffreddamento di lava (o magma) fuoriuscita dalla crosta terrestre. Le acque del Torrente Gavon, scendendo verso valle, hanno eroso i porfidi più fragili presenti alla base della cascata ( i porfidi di inizio cascata sono più “duri” e meno soggetti all’erosione delle acque) creando questo meraviglioso salto d’acqua.
Stop 8 – Su questa tabella potete trovare un riassunto schematico delle principali curiosità geologiche sull’intero percorso del Torrente Gavon, come ad esempio la colonna stratigrafica e la carta geologica.
Stop 9 – La tabella esplicativa si trova vicino al torrente Marmoladella. ATTENZIONE VALLE SENZA SENTIERO – SOLO PER ESPERTI!!!
Stop 10 – Da quì è possibile vedere i Marmoi, spettacolare formazione rocciosa a calanchi ( nella valle della Marmoladella) composta da strati di gessi biancastri e marne e calcari grigiastri: son osservabili inoltre numerose pieghe e deformazioni assimmetriche, causate dalla “fragilità” di queste rocce e dalla facile erosione. I calanchi altro non sono che solchi nel terreno o nella roccia sul fianco di colline o montagne,
Stop 11
Da quì è possibile ammirare il panorama geologico del Monte Vallesella e del Col Becher: la Formazione di Werfen affiora qui con la sua complicata struttura tettonica e tutti i Membri ed Orizzonti, in un’ esplosione di colori (Proff. Alberto Bertini).
Stop 12 – Ci troviamo sul fondo della frana di Bosch Brusà: da quì si possono osservare diversi panorami geologici (partendo da destra) verso : il Focobon fino all’altopiano delle Comelle per poi preseguire verso il monte Tamer, La Croda Granda, l’Agner e Cima Pape e le Pale di S. Lucano.
Stop 13 – Malga Bosch Brusà sorge su un antico corpo di frana, scesa circa 4000 anni fa e ad oggi stabile. Più in basso rispetto alla malga , è possibile vedere alcuni segni di continui movimenti franosi come ad esempio fessurazioni o altri segni di deformazione del terreno.
Stop 14 – Il bacino erosivo delle Marmolade è uno dei più ampi e interessanti delle Dolomiti.
Stop 15 – Nella tabella quì presente sono indicate, invece, alcune curiosità e particolarità geologiche del Col Becher.
Per approfondimenti sul sentiero il libro dettagliato – Il torrente Gavon – Guida al Sentiero Geologico – Memorie geologiche Agordine n. 1 di Vittorio Fenti del 2018.
Per approfondimenti sulla geologia dell’Agordino consultate la nostra sezione di Geologia a cura del Proff. Alberto Bertini.
Testo di Elisa Manfroi, immagini della nostra amica Serena Scardanzan (che ringrazio infinitamente per le splendide foto) e del Proff. Alberto Bertini.