Enzo Demattè, saggista e poeta italiano, per primo a menzionato la Valle del Biois come la “La valle coi Santi alle finestre”, titolo dell’omonimo romanzo da lui scritto nel 1958.
La sua felice intuizione è partita dall’osservazione di come una piccola valle, quale quella del torrente Biois, potesse avere tanti affreschi votivi antichi sulle facciate delle case.
Il suo racconto narra di un pittore di santi, tale Cristano Soracosta, che idealmente abita a Villotta di Falcade, e che dipinge preferibilmente san Floriano, invocato per proteggere le abitazioni dal fuoco; ironia della sorte le sue pitture con la raffigurazione del santo prendevano sistematicamente fuoco.
Il resto del racconto, ambientato nel 1600, ripercorre gli usi e i costumi del tempo in tutta la valle.
Enzo Demattè, nato nel 1927, ha abitato a lungo a Treviso fino alla sua morte, avvenuta nel 2014.
Affezionato alla Valle del Biois, oltre al romanzo sopracitato, ha scritto, ispirandosi ai nostri luoghi, anche il romanzo “Gente di Confine”, (1972), ristampato nel 2008 con le illustrazioni di Dunio, “Trei orazhion” (1974), poesie in dialetto canalino, il “Quaderno di Bortolo” (1999), commentando il “Libro da scrivere calligrafico” scritto nel 1868 da Bortolo Murer di Falcade Alto, e altre pubblicazioni.
Dunio Piccoin
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Valle del Biois – Dolomiti “La valle coi santi alle finestre”