La splendida Valle del Biois non è solo una bellissima valle Dolomitica circondata dalle meravigliose cime Patrimonio dell’Umanità Unesco, ma è anche famosa per il grandissimo numero di dipinti murali che si possono ammirare su abitazioni ed edifici, molti dei quali realizzati fin dal 1600 : nei comuni di Falcade, Canale d’Agordo, Vallada, Cencenighe Agordino, San Tomaso, esistono tuttora oltre ottanta affreschi risalenti al XVII, XVIII e XIX secolo.
La quantità di dipinti è tale che lo scrittore trevigiano Enzo Demattè definì la Valle del Biois “La Valle coi Santi alle finestre”.
Ma cosa determinò questo fenomeno artistico proprio nella Valle del Biois?
Per rispondere dobbiamo analizzare la morfologia del territorio e degli spostamenti che avvennero nei secoli scorsi in questa vallata: Falcade infatti, grazie al valico del passo San Pellegrino, era parte di una delle più importanti vie di comunicazione che da Venezia portavano in Germania e viceversa, si ipotizza quindi che tra i molti viandanti, vi fossero pittori o appassionati di pittura che, su richiesta degli abitanti, dipingessero sulle facciate delle case Santi protettori in cambio di vitto e alloggio.
La tradizione divenne talmente forte e sentita dalla popolazione che anche oggi molti artisti, si dedicano all’arte della decorazione e della pittura, rendendo questi borghi e paesi ancora più belli.
Con l’aiuto di Dunio Piccolin e della pagina facebook Valle del Biois – Dolomiti “La valle coi santi alle finestre” scopriremo insieme alcune di queste opere, antiche e nuove, nella speranza di far conoscere ancora di più questa meravigliosa usanza.
Enzo Demattè, saggista e poeta italiano, per primo a menzionato la Valle del Biois come la “La valle coi Santi alle finestre”, titolo dell’omonimo romanzo da lui scritto nel 1958.
La sua felice intuizione è partita dall’osservazione di come una piccola valle, quale quella del torrente Biois, potesse avere tanti affreschi votivi antichi sulle facciate delle case.
Il suo racconto narra di un pittore di santi, tale Cristano Soracosta, che idealmente abita a Villotta di Falcade, e che dipinge preferibilmente san Floriano, invocato per proteggere le abitazioni dal fuoco; ironia della sorte le sue pitture con la raffigurazione del santo prendevano sistematicamente fuoco.
Il resto del racconto, ambientato nel 1600, ripercorre gli usi e i costumi del tempo in tutta la valle.
Enzo Demattè, nato nel 1927, ha abitato a lungo a Treviso fino alla sua morte, avvenuta nel 2014.
Affezionato alla Valle del Biois, oltre al romanzo sopracitato, ha scritto, ispirandosi ai nostri luoghi, anche il romanzo “Gente di Confine”, (1972), ristampato nel 2008 con le illustrazioni di Dunio, “Trei orazhion” (1974), poesie in dialetto canalino, il “Quaderno di Bortolo” (1999), commentando il “Libro da scrivere calligrafico” scritto nel 1868 da Bortolo Murer di Falcade Alto, e altre pubblicazioni.
Dunio Piccoin
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Valle del Biois – Dolomiti “La valle coi santi alle finestre”