Vi presentiamo Ottavio Rossi, artista agordino che si distingue per uno stile unico, molto particolare e tutto da scoprire.
Ottavio è nato ad Agordo nel 1984, vive e lavora in Agordino. Da molti anni si dedica con passione alla pittura.
Avevamo avuto il piacere, qualche tempo fa, di vedere una sua esposizione nello splendido contesto del castello di Andraz ed eravamo rimasti colpiti da uno stile tecnico nuovo e da un approccio molto introspettivo. I soggetti di Ottavio, infatti, sono estremamente espressivi tanto da comunicare sensazioni più profonde del semplice ritratto e i suoi paesaggi, soprattutto dopo Vaia 2018, trasmettono emozioni e suscitano riflessioni.
Le sue opere sono innovative anche per quanto riguarda la tecnica che permette ad Ottavio di ottenere dei dipinti “speciali”, fuori dagli schemi convenzionali, in cui le immagini dei soggetti si fondono con gli stessi colori rivelando la materia stessa di cui sono composte: a volte la sensazione è che scaturiscano mentre le si guarda dal caos dei pigmenti : tutto ciò indubbiamente attrae lo sguardo e induce a soffermarsi, quasi, a poter “entrare” nei dipinti per cercarne l’essenza stessa.
Ottavio ci spiega così la sua tecnica:
“Il tipo di supporto sul quale realizzo i miei lavori ultimamente (da anni ho abbandonato la tela e fino a un anno fa circa utilizzavo prevalentemente pannelli di multistrato) è l’Osb. L’Osb è l’acronimo di Oriented Strand Board, cioè pannello costituito da lamelle di legno a strati incollati e pressati in modo da renderlo compatto.
Trovo sia molto interessante la trama che queste lamelle creano intersecandosi: da una certa distanza si percepisce una superficie unica, solida e tutta d’un pezzo mentre se ci si avvicina ci si rende conto che questa è composta da tanti piccoli pezzi e questo ha già di per sé un valore simbolico per me e il mio lavoro.
A volte intervengo addirittura praticando delle rotture calcolate sulla superficie come se il soggetto che andrò poi a realizzare fosse interrotto bruscamente e non contenuto nelle rassicuranti forme canoniche.
Tecnicamente i lavori sono costituiti da due fasi ben distinte.
La prima consiste nel creare una sorta di informale come base; versando direttamente gli acrilici sull’Osb tenendo conto del soggetto e quindi cercando di gestire forme e colori. Nella seconda invece faccio interagire la parte figurativa con quella informale creata in precedenza. Questa fase più classicamente pittorica, realizzata ad olio, mi permette di giocare con l’immagine: smaterializzarla o tenerla più concreta a seconda delle esigenze. A volte informale e figurativo interagiscono e si intrecciano altre volte rimangono ben distinti.
Tutto questo crea già una sorta di codice comunicativo che unisce i vari lavori al di là del significato del singolo.”
Da cosa trai ispirazione Ottavio?
“Come direzione tematica non mi sento di averne una univoca anche se la mia produzione recente si è concentrata molto sul territorio in cui vivo, funestato da eventi violenti (alluvioni, vento, incendi ) oppure sull’attualità (virus). Come se ci fosse la necessità impellente di affrontare questi argomenti ora…
In entrambi i casi comunque il tentativo è quello di inserire un elemento con una forte carica emotiva, un mistero, qualcosa che inneschi una riflessione più profonda che smuova qualcosa su un altro piano, come se ci fosse un corrispettivo tra ciò che ci circonda e ciò che siamo dentro.
Paesaggi emotivi nei quali perdersi……e perdersi è meraviglioso…(cit. David Lynch)”
OTTO
Assolutamente da non perdere le sue mostre in Agordino e fuori provincia, per restare aggiornati e vedere tutte le opere di Ottavio potete seguirlo su Facebook e su Instagram